domenica 6 maggio 2007

La scuola della melma.

Ho deciso di continuare con Schermo Nero. Più che continuare, direi iniziare da zero; tutti i vecchi post sono stati cancellati e questo è, effettivamente il primo del nuovo Schermo Nero. E ho deciso. Parlerà della scuola. Parlerà di quell'istituzione che da 10 anni mi costringe, o cerca di costringermi, a stare sveglio di buon'ora, a occupare due ore del mio pomeriggio circa a studiare cose inutili e che non mi interessano minimamente. Parlerà di quell'istituzione che ormai da due anni mi costringe, e riesce a costringermi, a vivere con gente con cui mi sono accorto, soprattutto ultimamente, di essere incompatibile. Ne parlerà proprio nel periodo in cui sto letteralmente iniziando ad odiare la scuola, la mia scuola. Non che prima la amassi, ma forse pochi amici costituivano un'attenuante. Ora che mancano gli amici ho concluso: odio la mia scuola.
Le conoscenze non mancano, certo, ma quelle buone andranno via a breve e mi ritroverò tra centinaia di drogati, spacciatori, puttane e, soprattutto, figli di papà raccomandati e sgobboni senza vita sociale, i fiori all'occhiello di ogni aula, i modelli da emulare, totalmente assuefatti alla morale del diritto soggettivo, vili, proprio come la scuola li vuole.
E, la solita aggravante, gli oneri annessi: studio coatto, per distogliere gli occhi da quella che è davvero la vita, per evitare che apprenda precocemente ciò che mi aspetta fuori quelle quattro mura, tra l'altro fatiscenti. Eh si, perchè professori e persone cretine continueranno con la solita storia, la solita geografia, il solito latino e dimenticheranno di darci la benchè minima anteprima di cosa sia la vita. I miei professori dicono di no, che anzi stiamo già facendo tanto a riguardo. La mia speranza è che stiano mentendo; la mia speranza è che la vita non sia quella che vedo tra i banchi; la mia speranza è che la vita non sia soltanto accogliere il diverso, l'extracomunitario, fare corsi sulla violenza, incontrare vigili e rappresentanti di categorie disabili, che non sia perenne timore di mettersi alla prova, impegno costante per affrontare una sfida obbligata, che la giustizia sociale e il progresso civile non siano quelli che vedo in aula. Perchè, oltre ad ore ed ore di inutili chiacchiere, sono stati questi gli unici tentativi della scuola per mostrarmi cosa mi aspetta. O meglio, sono gli unici che io ho interpretato come tali, e vi giuro in buona fede. E perchè non trovano una fottuta ora per parlarmi di politica, di attualità, di ambiente? Perchè non trovano una fottuta ora per farmi intavolare una discussione, per lasciarmi esprimere? Devo soltanto stare zitto, non obiettare nemmeno quando ho ragione? Devo soltanto studiare? A me piace studiare, studiare per me, per avere uno strumento, per alimentare la mia ingenua ambizione di poter cambiare un giorno le cose. E sarei disposto a far finta di apprendere a scuola, se solo fosse come piace a me. Ma non lo è. E a questo punto, anzichè restare inchiodato ad una sedia per 5 ore ad ascoltare le medesime cose scritte su un libro che potrei benissimamente studiare da solo, preferirei starmene a casa; senza presunzione posso affermare che la maggior parte di ciò che so l'ho imparato da me, che la scuola non ha fatto altro che intralciarmi e rovinarmi mattinate e pomeriggi.
E se solo penso che questo parassita continuerà per altri 3 anni a succhiarmi energia vitale, avrei voglia di andare in esilio. E se poi penso che fra 4 anni dovrò rapportarmi con una realtà, una mentalità che questo stesso parassita ha creato, allora vorrei uccidermi. Perchè la scuola non è altro che uno squallido, vergognoso ricatto. Non è altro che uno strumento per immetterti nella vita lottizzato, come le vacche, nel gruppo degli infimi, dei mediocri o degli illuminati, dopo che qualcuno, incompetentemente, ti avrà catalogato, ti avrà immesso in quella vita, senza che tu glielo abbia nè permesso nè negato, e del cui giudizio tutti si fideranno ciecamente, senza contrariare.
E ti rendi conto quindi, che pur essendo il più schifoso luogo di segregazione e scempiaggine, è pur sempre il perno del sistema, che dunque il sistema fa schifo e di conseguenza la il mondo lì fuori fa schifo, che forse la scuola insegna la vita solo ad un'elite, che si accorge di quanto lei stessa sia disgustosa.

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